Questa parola viene usata dandole un significato che non è l’unico possibile, ma risulta da una concezione di che cosa significhi essere fedele: quella culturale e religiosa che vede nel sesso anzitutto un male e una colpa. Con “fedeltà” si intende quasi soltanto il non avere rapporti fisici fuori della coppia stabilita. Questo è in parte arbitrario, e non sempre giova alla felicità delle persone.
“Se mi tradisci ti lascio”. In molte coppie italiane questa minaccia non ha neanche bisogno di essere formulata, da quanto è ovvia. Marzio Barbagli, Gianpiero Dalla Zuanna e Franco Garelli, nell’importante rapporto su La sessualità degli italiani (Il Mulino, 2010) citano come emblematica la dichiarazione di “Maurizio”, di 35 anni, con cui riassumono questa mentalità assai prevalente:
“sarebbe il crollo di tutta la mia vita con lei, sarebbe un po’ il crollo di tutti i miei principi e di tutti i miei valori, perché comunque io baso la fiducia sul piano della coppia e sul piano sessuale insieme, cioè per me non esiste un qualunque scambio di effusioni di qualsiasi genere con un’altra persona, cioè non riuscirei mai a provarlo. Infatti, è una cosa che ho sempre detto, dovesse mai capitare anche solo un bacio con un’altra persona, per me sarebbe la perdita della fiducia nella sua persona, di conseguenza il decadimento di tutta la mia vita con lei.”
Stando ai dati di Barbagli, Dalla Zuanna e Garelli, in Italia i quattro quinti degli uomini e i nove decimi delle donne distruggerebbero – e spesso distruggono – la propria felicità e quella della persona con cui la loro vita funziona ed è felice, se lei asseconda un desiderio fisico naturale e transitorio.
In questo atteggiamento si può osservare una notevole mancanza di realismo. Esso sembra assolutizzare la dimensione della fedeltà sessuale in modo magico, come se il vivere la coppia fosse un incantesimo che, attuando una prevista contro-condotta (toccare un altro), magicamente si annullasse. Ma che vantaggi ha questa visione delle cose? Davvero non è possibile stare bene con qualcuno che è stato con altri? Che cosa cambia in lui o in lei se tocca altri? La verità è che, dopo che si è fatta una doccia, l’aver goduto di un altro me la restituisce più serena e appagata; ancora più consapevole (grazie al confronto) della differenza fra me, che sono importante, e chi per lei importante non è.
Ma soprattutto: io, se ti amo, perché dovrei scegliere di rinunciare a te? È da persona che ti ama davvero? Se tu mi dici che vuoi stare con me esattamente come lo volevi prima di vedere l’altro, perché non possiamo stare insieme? Perché non possiamo continuare a darci tutto quello che ci vogliamo dare? Ebbene, in moltissime coppie questo modo realistico di ragionare si sospende davanti al tabù del tradimento sessuale, che devasta tutto. La scelta di rovinarsi la vita se l’altro ti tradisce dipende dall’idea, del tutto falsa, che la rottura della monogamia sessuale rompa l’amore, lo annulli, lo faccia non-più-esistere. Ma non è vero, questa è solo una metastasi della sessuofobia.
Più seria, come incrinatura del rapporto, è la menzogna che di solito si accompagna al “tradimento”. Se l’altro mi mente, se “mi tiene fuori” da parti della sua vita, non posso più avere fiducia in lui. Per questo, non è un buon modo di stare insieme quello di proibirsi a vicenda cose belle e desiderabili (tipicamente, sessuali): perché se ci si vieta di assecondare l’istinto sessuale, poi attenersi a una condotta che permetta di non dover mai mentire diventa molto difficile e frustrante; e poiché è frustrante e doloroso anche mentire, il sacrificio e il dolore, che invece potrebbero essere evitati, diventano una conseguenza quasi inevitabile dello stare insieme.
Ancora più grave, forse, è un effetto collaterale della secolare prescrizione della monogamia. Sacralizzando la fedeltà sessuale, la si eleva a principale criterio di giudizio sulla relazione; e soprattutto, al ruolo di fedeltà per eccellenza. Quando si parla di “fedeltà”, si intende sempre quella. E così finisce per essere sottovalutato e trascurato ogni altro genere di fedeltà. Poiché la fedeltà è identificata con il non toccare altre persone, chi si attiene a questa o fa in modo che così appaia, ritiene di poter essere trattato come fedele, cioè di assolvere all’essenziale dei suoi doveri verso l’altro.
Ma la fedeltà a una persona è molto di più. È il non tirarsi indietro dal progetto comune. È il non venir meno per l’altro in tutto ciò che costituisce, giorno per giorno, il suo vivere. Spesso, invece, a causa della sopravvalutazione della fedeltà sessuale, essere fedeli sessualmente fa sentire giusti anche se non si è per niente fedeli nelle cose essenziali. La psicologa e consulente matrimoniale americana Christine Wilke elenca sette tipi di infedeltà da cui derivano mali enormi alle coppie. L’identificazione del tradimento con la pluralità di partner sessuali impedisce di vedere che sono tradimenti anche questi gravi danneggiamenti della relazione, e per così dire gli dà via libera. Anche se ci sembra che abbiano importanze diverse, li elenchiamo come li propone l’autrice per non travisare il suo pensiero:
1. I figli vengono prima di tutto. Quando uno dei partner sottrae il meglio di sé all’altro, anche se è per donarlo ai figli, lo tradisce. Lo lascia solo. Non è più disposto ad essere per lui ciò che era quando gli ha promesso fedeltà e vicinanza. Questo può distruggere l’alleanza.
2. Tradisci il partner emotivamente riponendo la tua fiducia in qualcun altro. Non occorre che si tratti di un rivale: può benissimo essere un amico o un’amica. Se il ruolo principale nella tua vita lo dai a qualcun altro, il tuo partner resta solo. Eppure, se si tratta di una persona dello stesso sesso o comunque con cui non c’è alcuna attrazione sessuale, chi tradisce in questo modo non ritiene affatto di essere infedele.
3. Sei sempre incollato/a al telefono. Inutile dire che anche il telefono, fosse pure un insieme di mamma, colleghi e co-volontari della Croce Rossa, se ti sottrae massicciamente alla vita comune, alla lunga può renderla inutile.
4. Tradisci il partner finanziariamente. I mezzi di sussistenza occupano un ruolo importante nella nostra vita. Se la persona che dice di amarci ne fa una gestione che la avvantaggia e ci danneggia, probabilmente non ci vuole bene. Difficile che a questo sopravviva una qualsiasi forma di fiducia.
5. Passi più tempo con gli amici che con il coniuge. Qui la Wilke tocca un tasto molto simile al 2 e al 3.
6. Ti lamenti del coniuge con gli altri. Uno degli ingredienti fondamentali del nostro benessere è che la nostra reputazione presso le persone a cui teniamo non sia troppo diversa da quella che vorremmo. Danneggiandola, il nostro partner ci fa quello che ci farebbe il nostro peggiore nemico. E in più, lamentandosi di noi con altri mostra di riporre in altri più che in noi la sua fiducia. Addirittura, di cercare aiuto da altri contro di noi. Per la coppia, disastro.
7. Sei sulla difensiva e invece di comunicare ti chiudi. Impedire la comunicazione è un colpo mortale inferto alla coppia. Se non c’è comunicazione non c’è rapporto. Due che non comunicano più, anche se vivono insieme, si sono già lasciati.
A questa lista si dovrebbero aggiungere diversi altri comportamenti, che potremmo riassumere così:
8. Vieni meno alle promesse e agli impegni presi di comune accordo.
– Allora chiami tu l’idraulico?
– Sì…
(Ma al ritorno, lei constata che per l’ennesima volta l’idraulico non è stato chiamato, e il bagno è allagato.)
– Vado io a parlare con i professori di Mirko, mentre tu sei fuori per lavoro…”
(Ma poi non ci va, e il figlio viene bocciato.)
Se qualcosa che sembrava importante per entrambi si rivela irrilevante per uno dei due, questo significa che il progetto di vita non è più condiviso. Chi lascia andare a rotoli le cose comuni ha già lasciato l’altro. E l’altro, comunque, non può più fidarsi di lui.
Tutti questi comportamenti negativi per la vita di coppia non ricevono però neanche lontanamente il livello di condanna che si abbatte, immancabile e assoluto, su qualunque azione sessuale. Solo alle astensioni e ai comportamenti sessuali si associa l’idea di fedeltà e infedeltà. Vi immaginate una moglie che, rendendosi conto di avere per l’ennesima volta dimenticato di chiamare l’idraulico, tremi perché al suo ritorno a casa il marito, scoprendolo, la lascerà?
Articolo originariamente pubblicato su MicroMega