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Questo libro esamina l’atteggiamento dei cattolici italiani. Ha due motivi per farlo. Il primo è che l’appartenenza alla religione cattolica sembra determinare, in ogni epoca, un rapporto difficile con la verità: cioè la necessità di mentire a se stessi e agli altri su cose molto importanti. Il secondo è che nell’Italia rimasta senza un partito cattolico, la Chiesa è diventata la prima agenzia di opinione che occorre corteggiare se si vuole gestire il potere. Se n’è accorta, e incoraggia atteggiamenti di “devozione politica” che dalla Fede sono del tutto separati. Questo è possibile solo perché le verità di fede non sono più ai primi posti della sua agenda, che si è fatta decisamente pratica. Il libro affronta, con uno stile nudo, da prospettive quasi del tutto inedite, una quindicina di temi, fra cui il relativismo, il rapporto fra sesso e amore e quello tra fede e ragione, l’infallibilità del papa, la clientela dell’inferno, le richieste papali di perdono, il dialogo fra le religioni, la paura della morte per chi crede e per chi non crede, il senso che hanno sulla bocca di un essere umano le parole: “credo che esiste Dio”.