Circa 5.000 persone ogni anno vengono uccise in base alla condanna di un tribunale ritenuto legittimo: USA, Giappone, Cina, Isis e altri 55 stati adottano questo modo per punire i reati più gravi, nonostante una moratoria votata dalle Nazioni Unite nel 2007. Di solito in questi casi si adopera il termine giustiziare. La cosa non può rallegrarci, per diversi terribili motivi. Qui vedremo solo quello linguistico.
È purtroppo rivelatore, che il verbo derivato da giustizia significhi ‘uccidere’ (sia pure in applicazione di norme di legge). I verbi derivati da nomi significano l’azione principale e più tipica che ci si correla: da pedale, pedalare; da bastone, bastonare; da telefono, telefonare; da rivoluzione, rivoluzionare; da scansione, scansionare. Insomma, giustiziare deve voler dire ‘applicare la giustizia’, ‘fare giustizia’. Se la parola ha preso il senso che ha preso, significa che nella nostra civiltà il modo più tipico per fare giustizia, la prima cosa che viene in mente quando si pensa a fare giustizia, è la pena capitale. Un’uccisione è la cosa che meglio rappresenta la giustizia.
Quindi questo termine avvalora un concetto di giustizia estremamente violento e tendente molto più alla vendetta che al rimedio. È utile rifletterci, perché le parole sono gli strumenti con cui si pensa, e quindi educano le menti. Chi usa giustiziare nel senso di ‘uccidere’ si forma, suo malgrado, un’idea della giustizia come qualcosa di cruento. E come qualcosa di sostanzialmente vendicativo. Ma questo non è affatto l’unico tipo di giustizia che possiamo immaginare.
Se una persona ne ha danneggiata un’altra, un modo per vedere la giustizia è che debba fare tutto il possibile per rimediare al danno che ha procurato. Ad esempio, la giustizia potrebbe prevedere che il danneggiante metta le proprie risorse (beni, capacità di lavoro) al servizio del danneggiato, finché il danno non sia estinto. Al limite, se il danno è inestinguibile, vita natural durante. In un ordinamento ispirato a questa idea di giustizia, chi ti deruba dovrebbe prima di tutto risarcirti, quindi se necessario lavorare fino a ripagarti. Questa sarebbe giustizia nei confronti di chi ha subito ingiustizia, cioè giustizia riparativa. Chi ti uccide una persona cara dovrebbe impegnare la sua vita per alleviare la tua perdita.
Invece, in molti posti, chi uccide viene ucciso. E diciamo giustiziato, perché ci sembra che sia la quintessenza della giustizia. Ma, appunto, di che tipo di giustizia? Certo non riparativa, perché per definizione chi muore non potrà fare assolutamente nulla per chi ha danneggiato. Si tratta invece di giustizia retributiva, che si disinteressa del danneggiato, preferendo occuparsi del danneggiante, per punirlo. Invece di alleviare l’ingiustizia a chi l’ha subita, quello che conta è punire l’ingiustizia in chi l’ha praticata. Al nostro legislatore interessa molto più la colpa morale del violatore che il danno subito dall’innocente violato. La pena di morte è solo la punta di un grande iceberg, perché tutto il diritto penale europeo ha sempre funzionato così, anche per le pene minori. Se uno ruba in casa mia, non deve lavorare fino a ripagarmi, ma va in galera. Il modello della giustizia retributiva, ovunque diffusa nei nostri civilissimi ordinamenti penali, è naturalmente la giustizia del Dio cristiano, che se tu fai il male si disinteressa di quelli che hai fatti soffrire, e si concentra sul mandare te all’inferno. Su questo ha ragione chi invoca le radici cristiane dell’Europa: si potrebbe appunto chiamare giustizia vendicativa.
Ebbene, una parola come giustiziare è il frutto di questa mentalità; ma al tempo stesso contribuisce a perpetuarla. Un segnale inquietante è che sempre più viene adoperata per uccisioni dietro alle quali vi è un concetto di giustizia privato, dove il confine fra la vendetta praticata dallo stato e la mera vendetta soggettiva si è perso del tutto. Riportiamo qui sotto una piccola rassegna estratta rapidamente da titoli di diversi media italiani, anche del tutto contrari alla pena di morte, e comunque all’uccisione di cui riferiscono. Per trovare giustiziare fra virgolette, che ne protestano l’inappropriatezza a qualsiasi uccisione, anche se di stato, bisogna andare sulle comunicazioni di Nessuno tocchi Caino.
- Iran: dopo un processo sommario, teenager giustiziato perché gay (gay.it)
- L’Onu: «Ad Aleppo civili giustiziati a freddo dalle truppe di Assad» (Left)
- Siria: civili giustiziati ad Homs, tra loro alcuni bambini (YouMedia)
- Iraq, fonti locali: «Massacro a Mosul: 300 tra civili e soldati giustiziati dai jihadisti. Uccisi anche donne e bambini» (Il Fatto Quotidiano)
- Inferno Gaza. Giustiziati altri tre palestinesi. Hamas, «Erano spie israeliane» (ItaliaIsraeleToday.it)
- Iraq, «Bimbo Isis giustiziato da soldati»: video di al Arabiya (askanews, YouTube)
- Vendetta: giustiziati miliziani isis, pile di cadaveri – video choc (voxnews.info)
- Interrogata e giustiziata dai narcos madre di 40 anni (YouMedia)
- Imprenditore giustiziato con un colpo alla testa: era sul sofà senza scarpe (Il Gazzettino.it Padova)
- Delitto di mafia, giustiziato con due colpi di pistola (Corriere della Sera)
- Feroce esecuzione della ‘mala’, in tre giustiziati a Verona (poi nel testo: … con lui la mafia ha giustiziato anche due donne… la convivente e un’amica di 21 anni) (Repubblica)
- Vincenzo Sgabellone, 31 anni, bracciante è stato giustiziato ieri sera a Samo in provincia di Reggio Calabria. Non aveva precedenti penali. (Il Fatto Quotidiano)
- Un pasticciere di 36 anni giustiziato con i piedi legati. Forse delitto mafioso (Il Resto del Carlino)
- Vedova di camorra giustiziata tra la folla (InterNapoli.it)
- Giustiziato con due colpi alla testa perchè frequentava la moglie del boss: 3 arresti. Il cadavere fu interrato a circa 1 metro e mezzo di profondità (Il Meridiano News)
- San Paolo, vigilante giustiziato a una stazione di servizio (Corriere della Sera, YouReporter)
- Rodica Monteanu, 31 anni, operaia, mamma. Fatta inginocchiare e giustiziata a colpi di pistola dal marito davanti ai figli (InQuantoDonna.it)
- Giustiziata la verdesca che nuotava in riva a Maiorca (squali.com)
- Turbigo (MI): cinghiale giustiziato. Il Santuario Porcikomodi: «Poteva essere risparmiato» (All4Animals)
Articolo originariamente pubblicato su MicroMega